L’iniziativa si propone come spazio di riflessione critica sugli interventi possibili da promuovere per restituire benessere a persone e sistemi coinvolti in varie forme di conflitto relazionale anche come conseguenza di un reato, in un’ottica riparativa e de-istituzionalizzante.
Così come ci indicano le diverse fonti sovranazionali: convenzioni firmate e ratificate dall’Italia, in particolare la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia del 1989, di cui il prossimo 20 novembre ricorrerà il venticinquesimo anniversario, la Convenzione di Lanzarote del 2007; raccomandazioni e direttive del Parlamento Europeo come la Direttiva 2012/29/UE del 25 ottobre 2012 (al suo secondo anniversario), che istituisce le norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che fa esplicito riferimento alle modalità attuative dei “servizi di giustizia riparativa” come strumento, non solo, di più rapida risoluzione del conflitto e di riduzione di vittimizzazione secondaria, ma anche di prevenzione della criminalità e sviluppo di sicurezza.
In linea con questi orientamenti e con la letteratura internazionale si intende riflettere per promuovere nel nostro Paese forme più efficaci di attenzione, ascolto e tutela di vittime e autori di reato in un’ottica di corresponsabilità tra le istituzioni coinvolte e a vario titolo competenti sia in termini di prevenzione che di intervento in materia di sicurezza e di protezione (forze dell’ordine, procure e tribunali, scuole, servizi territoriali, associazioni del privato sociale etc.).